La Nostra Lettera al Governo
Come molti sanno il Governo Italiano attualmente in carica ha lanciato alla fine del mese scorso un appello per raccogliere spunti e idee per migliorare la Pubblica Amministrazione italiana. E anche Italian Linux Society ha voluto dir la sua. Rammentando il ruolo del software libero come strumento di integrazione e trasparenza, e lanciando una proposta forse modesta ma comunque concreta ed immediatamente applicabile: il coinvolgimento di CONSIP, crocevia degli acquisti tecnologici (hardware e software) degli enti istituzionali, per applicare e far rispettare una legge saggia ma ancora troppo scarsamente osservata.
Regolamenti e norme per il freesoftware nella amministrazione pubblica già esistono. Ogni tanto è giusto ricordarne l'esistenza e sollecitarne il rispetto.
Questa mail viene inoltrata a nome di Italian Linux Society, associazione nazionale per la promozione di Linux e del Software Libero ( https://www.ils.org/ ). Nel congratularci per l'interessante iniziativa di raccolta di spunti da parte dei cittadini per il miglioramento e l'efficientamento della Pubblica Amministrazione, vorremmo a nostra volta sprimere un parere facendo direttamente riferimento all'appello circolato in forma di lettera e riportato dai media. Il Codice di Amministrazione Digitale (decreto legislativo 7 marzo 2005 n. 82) all'articolo 68 cita la necessità da parte delle amministrazioni di svolgere, in sede di acquisizione di prodotti software per lo svolgimento delle proprie mansioni, una valutazione comparativa che argomenti le ragioni tecniche ed economiche della scelta di una soluzione o dell'altra. Dettagliate modalità di stesura di tale valutazione sono enumerate nella circolare 63/2013 emessa dall'Agenzia per l'Italia Digitale, che specifica e prioritizza i parametri da prendere in considerazione. Suggerendo peraltro la preferenza per soluzioni di carattere "libero" e "opensource", di cui dunque il committente riceve copia integrale del codice sorgente. Tale disposizione è ispirata da precisi obiettivi strategici, il cui scopo è quello di garantire l'interoperabilità delle piattaforme a lungo termine, evitare scomode ed anti-economiche condizioni di lock-in tecnologico, ed avere maggiore flessibilità nell'assegnazione di appalti e nell'aggiornamento delle infrastrutture. Purtroppo però tale condizione è troppo spesso ignorata, a volte per scarsa conoscenza della norma, altre volte per scarsa conoscenza delle alternative esistenti, più frequentemente per inerzia, scarsa iniziativa, o dipendenza da parte di specifiche piattaforme e specifici formati documentali (esattamente ciò che, come detto, la norma vorrebbe evitare). La semplice applicazione dei regolamenti già in essere, ed in particolare l'adozione di soluzioni a codice aperto e con licenza libera, sarebbe l'opportunità per incidere sugli strumenti informatici che l'amministrazione pubblica usa e mette a disposizione, in termini di integrabilità delle soluzioni, ricaduta locale degli investimenti in campo tecnologico - ora destinati in larga parte a sovvenzionare ricerca e sviluppo condotti dall'altra parte dell'oceano -, e risparmio economico. Il coinvolgimento di CONSIP, affinché richieda le suddette valutazione comparative e le pubblichi contestualmente ai bandi collettivi emessi dal consorzio, sarebbe certo un importante passo in questa direzione. E i fondi oggi spesi per il periodico rinnovo delle licenze software, che offrono ben scarso valore aggiunto, sarebbero da dirottare in modo più proficuo e utile alla - spesso carente - formazione dei dipendenti al fine di aumentare la loro conoscenza degli strumenti a disposizione e, conseguentemente, la loro abilità e produttività. I soci dell'associazione Italian Linux Society, che da 20 anni opera nel campo del software libero ed opensource, restano a disposizione per eventuali approfondimenti, spunti e segnalazioni su metodi, possibilità e potenzialità di questo genere di soluzioni all'interno della Pubblica Amministrazione.